L'attività fisica lavorativa può essere sufficiente e utile per essere in salute?
L’attività fisica (ovvero, qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che conduca ad un dispendio energetico) è uno dei principali fattori proposti per il miglioramento della salute e la prevenzione di numerose malattie. La maggior parte delle linee guida internazionali raccomandano agli adulti almeno 150 min a settimana di attività fisica di intensità moderata.
Ma tutte le attività fisiche comportano benefici per il nostro organismo? Se una persona è attiva 8 ore al giorno al lavoro (nei campi, facendo pulizie, lavori di costruzione, ecc) è anch’essa in migliori condizioni di salute rispetto ad un sedentario?
In realtà, l'attività fisica professionale, potrebbe essere più dannosa che favorevole, se non condotta in maniera accorta. Le differenze tra l’attività fisica intrapresa nel tempo libero, rispetto a quella lavorativa, possono essere spiegate dal fatto che sul lavoro sono previsti livelli di produttività, ritmo e intensità più alti, ai quali spesso si aggiungono il sollevamento di carichi pesanti e lavori ad alta intensità che, quando protratti per numerose ore al giorno, sono causa di aumentata infiammazione sistemica e locale, con incrementato rischio per le malattie cardiovascolari, l’aterosclerosi, infortuni ai muscoli e alle articolazioni.
Un recentissimo editoriale pubblicato sul British Journal of Sport Medicine a firma di Rilind Shala, mette in luce, così come altri prima di lui, che la progettazione di luoghi di lavoro con la giusta quantità e tipo di attività fisica, può essere correttiva di molti di quei problemi riconducibili ad attività fisica professionale usurante.
L’articolo propone, in forma grafica, un’interessante serie riassuntiva di suggerimenti, proposti per la diminuzione delle problematiche di salute lavorative.
Articolo originale: https://lnkd.in/dG8YmtUd